martedì 15 febbraio 2011

Purosangue arabo

Origine: Penisola arabica
Altezza al garrese: 1,45 - 1,60 m; in alcuni casi scende al di sotto del limite minimo
Mantello: Grigio, Sauro (rossiccio), Baio (marrone con criniera e coda neri), Morello (completamente nero)
Distinzioni: 
  • l'arabo beduino (assil) rappresenta il tipo originario e si divide a sua volta in tre sottotipi: kuhailan, resistente e potente; siglavy, bello ed elegante; muniqi, leggero e velocissimo.
  • l'arabo di pura razza è il discendente dei tre tipi appena citati, ed è quello che noi conosciamo come arabo (diffuso in tutto il mondo).
  • la razza araba comprende cavalli di sangue orientale che, pur rispettando per morfologia e carattere il tipo arabo, hanno nel loro albero genealogico parentele con il berbero, con l'arabo persiano e con il siriano.
Carattere: Nevrile, sobrio e poco esigente.
Veloce, leale e coraggioso, in passato il cavallo ideale per l'esercito.
Ideale per le gare di resistenza e per il trekking; spesso utilizzato come tiro rapido.
Storia: L' origine risale, secondo l' emiro Abd - El - Kader,  a Dio: << Quando Dio decise di creare il cavallo, disse al Vento del Sud: " voglio farti diventare una Creatura. Condensati" e il Vento si condensò. L' arcangelo Gabriele apparve immediatamente, prese una manciata di quella materia e la presentò a Dio, che fece un baio oscuro dicendo: "ti chiamerò cavallo; ti farò arabo e ti darò il colore della formica; ho appeso la felicità sul ciuffo che ti ricade sugli occhi. Sarai il Signore degli animali, gli uomini ti seguiranno ovunque andrai; sarai abile nell' inseguimento e nella fuga; sulla tua schiena ci saranno ricchezze e per tua mediazione arriverà la fortuna". Poi Egli mise sul cavallo il segno della gloria e della felicità: un segno bianco in mezzo alla fronte.>>

Frisone

Origine: Olanda
Altezza al garrese: Il profilo è molto alto, e questa qualità contribuisce all'imponente portamento L'altezza parte dal 1,55 al garrese, e certi soggetti  possono arrivare all'altezza di 1,70 / 1,75
Mantello: Morello
Carattere: Il Frisone è un cavallo robusto dall'andatura brillante e dal trotto rilevato, è un ottimo cavallo da carrozza docile, generoso facile da trattare e da addestrare, anche da chi non ha molta dimestichezza con i cavalli. E' un animale " Allegro e Leale " molto volenteroso ed instancabile, sempre al fianco dell'uomo nelle sue imprese, siano esse di lavoro, di guerra o semplicemente di svago.
I Frisoni quando sono liberi, sembrano volare, non più legati a terra, con le loro criniere al vento, le ciocche sulle zampe e quelle code enormi, che sembrano fatte di onde di capelli corvini.
Storia: Il cavallo frisone discende da una razza arcaica e si è sviluppato in Frisia, regione dell’Olanda in cui sono stati trovati alcuni resti risalenti a circa 3000 anni fa. Le prime testimonianze scritte risalgono all’epoca romana quando l’impero si espanse fino alla costa nord-atlantica dell’Europa: lo storico latino Tacito che ne esaltò il valore e la forza ma anche il suo aspetto particolarmente sgraziato, risultati di una selezione che lo indirizzavano soprattutto al lavoro nei campi. Durante il Medioevo si presentava di diversi colori di manto e fu apprezzato come cavallo da combattimento per la sua frugalità e robustezza che gli consentiva di portare in groppa il cavaliere con la sua armatura. Nel XVI secolo, sotto Carlo V, la dominazione spagnola si estese fino ai Paesi Bassi. Furono quindi importati numerosi cavalli iberici che si incrociarono con i Frisoni dando origine ad un modello più leggero usato per trainare i cannoni o per le cerimonie. Numerosi quadri di pittori fiamminghi dell’epoca confermano l’evoluzione della razza. Nello stesso periodo il Frisone fu anche importato per via sia terrestre che marittima dai porti del Mare del Nord e a sua volta migliorò numerose razze europee quali il Dales e il Fell (la somiglianza salta subito agli occhi), lo Shire, il Wurtemberg e l’Oldemburghese. Nel XVII secolo i Paesi bassi passarono sotto la dominazione francese. Gli ufficiali ne gradirono molto il portamento fiero ed il trotto elegante. Nel XIX secolo giunse in Europa la moda delle corse di trotto così si cercò di migliorare le già buone prestazioni del Frisone nel trotto incrociandolo con cavalli più leggeri come l’Orlov. Fu a causa di ciò che la razza rischiò l’estinzione. Fortunatamente nel 1879 ventidue allevatori si riunirono e determinarono gli elementi caratteristici della razza. Durante la prima guerra mondiale rimanevano solo tre stalloni puri e un centinaio di giumente. Gli allevatori, per preservare il patrimonio genetico esclusero qualsiasi incrocio con altre razze. La seconda guerra mondiale, con la sua scarsità di mezzi di trasporto e carburante, favorì la sua ridiffusione. Alla fine del conflitto, nel 1954 la regina Giuliana dei Paesi Bassi concesse alla società di allevamento del cavallo Frisone il titolo di società reale e ne divenne quindi la protettrice. Una seconda crisi colpì la razza quando si diffuse il salto ostacoli perché la conformazione del cavallo non permetteva la pratica della disciplina se non a bassi livelli. Furono le sue doti per gli attacchi, questa volta a livello sportivo e non più utilitario, a salvarlo una seconda volta. Al giorno d’oggi il Frisone non è più a rischio perché la sua bellezza e peculiarità gli hanno fatto guadagnare una fama mondiale. I Frisoni hanno l’onore di trainare la carrozza della famiglia reale olandese oltre a quella del celebre grande magazzino inglese Harrods. A partire dal 1980 circa l’allevamento è mirato soprattutto a migliorare il galoppo, punto debole della razza, e a sviluppare il potenziale nel dressage.

lunedì 14 febbraio 2011

Purosangue inglese

Origine: Gran Bretagna
Altezza al garrese: 147-178 cm, ma la media è 
intorno ai 163 cm. Oggi la razza presenta caratteri morfologici non troppo omogenei anche se comunque, sono distinguibili tre tipi precisi:


1.lo "stayer", più piccolo e raccolto, dotato di resistenza e impiegato su corse tra i 2100 e 3000 metri e oltre.
2.lo "sprinter", più alto e allungato e molto veloce (1000-1400 metri)
3.l' "intermediate", con groppa obliqua, spalla inclinata e dorso piuttosto breve (1500 -2000 metri).
Mantello: Quasi tutti i colori interi: baio, sauro, più raramente morello e grigio, eccezionalmente Roano. Spesso presenta segni distintivi sulla fronte (liste o fiocchi) o sugli arti (balzane) che sono molto apprezzati. Caratteristica tipica della razza è la pelle sottilissima, morbida, che lascia trasparire le vene superficiali, con pelo finissimo e setoso. La coda e la criniera sono lisce e fini.
Carattere: Nevrile ed energico, mordace e a volte ribelle. La testa elegante si fonde in un lungo collo graziosamente arcuato. E' dotato di grande velocità e di fondo notevolissimo; non è facile da montare, per cui richiede cavalieri esperti e sensibili. Si dimostra coraggioso, affidabile e affettuoso nei confronti del suo padrone.
Storia: Il Purosangue Inglese è una razza che non esiste da sempre. E' il frutto di accurate selezioni che l'uomo ha operato scegliendo gli stalloni e le fattrici migliori, più veloci e più resistenti, per dare il via a un allevamento mirato per le corse al galoppo. Non è un caso, infatti, che il suo nome inglese "Thoroughbred" non derivi dal nome della regione in cui si è sviluppato, come accade di norma per le altre razze, ma significhi allevato in purezza, ben allevato. E infatti il suo allevamento fu il primo a porre una grande attenzione alla cura del cavallo: dalla scuderizzazione in ambienti luminosi e ben aerati a una dieta studiata con gli alimenti più energetici, per migliorare le condizioni fisiche e atletiche dei cavalli. Solo i soggetti più veloci potevano entrare in razza. Da studi moderni si evince che la selezione del cavallo inglese da corsa è cominciata già dalla conquista della Britannia. I Romani portarono in quella terra cavalli orientali (soprattutto il Berbero) che venivano utilizzati per le corse nel Circo Massimo, da questo momento in poi ci fu un continuo afflusso di cavalli orientali in Inghilterra specialmente durante le crociate e attraverso scambi con l'Italia dove dal Medioevo si correvano i Palii. Ne Conviene che anche le Royal Mares (soprannominate Hobby) erano cavalle orientali di varia origine (Berbere, Turche, Siriane, Arabe e incroci tra queste razze), velocissime, selezionate sui 400 m. Quindi l'origine del Purosangue Inglese è chiaramente orientale ma la selezione funzionale ne ha fatto un cavallo morfologicamente diverso dai suoi antenati.

venerdì 11 febbraio 2011

Mustang

La parola inglese mustang (anche italianizzata in mustango) deriva dallo spagnolo mesteño (o mestengo come si dice in Messico), che significa bestiame allevato estensivamente nelle mestas (associazioni di pastori che si spartivano il possesso degli animali selvatici o comunque privi di padrone).


Origine: Stati Uniti
Altezza al garrese: Da 1,40 m a 1,50 m.
Mantello: Si trova in ogni varietà, con tutte le sfumature.
Carattere: E' un soggetto coraggioso, indipendente e quindi difficile da domare.
Fisico: Ha una testa corta, con orecchie piccole, che viene portata da un'incollatura altrettanto corta e muscolosa. Il corpo è arrotondato, corto e resistente. Ha una buona ossatura con arti corti e piedi molto solidi. Vista la resistenza, la grazia, la velocità e l'indipendenza che li caratterizza, il nome "Mustang" viene spesso usato per prodotti ad alte prestazioni e per le mascotte sportive. 

E' anche estremamente frugale e resistente. 
Storia: 
Ha origini dai cavalli che gli Spagnoli liberarono quando dovettero lasciare l'America del Nord per dover ritornare in patria. Riunitisi in branchi selvatici andarono a riprodursi liberamente o nelle riserve Indiane, seguendo la selezione naturale dove il più forte vince sul più debole. Pur essendo un cavallo molto resistente ad oggi non sono presenti parecchi esemplari ( poche migliaia ).
Di indole ribelle e selvaggia, il Mustang ha trovato nel rodeo il modo di imporsi prendendo parte alla classica monta del cavallo selvaggio. E' particolarmente diffuso in Mexico ed in California.

Attualmente assistiamo al suo declino, e deve la sua sopravvivenza solo alle leggi governative che gli assicurano protezione, con pascoli in cui vive in piena libertà. 
Nei ranch è stato sostituito da cavalli migliori e viene ora allevato solo per i rodei. 
Particolarità è che il nome Mustang viene dato ai soggetti più ribelli e più selvatici.

giovedì 10 febbraio 2011

I ricordi spesso fanno mancar l'aria .

Non mi va di svelare il mio nome, credo che non abbia neanche più di tanto senso.
Lascio a voi il "privilegio" di assegnarmelo o meglio immaginarlo.

Ho deciso di creare questo blog per esprimere le mie emozioni, per poterle condividere con voi, per lasciar uscire di bocca parole che non so neppure chi leggerà.
Magari in tanti, forse nessuno.
Lo faccio però, lo faccio perchè credo nelle passioni, nelle continue lotte per quello che amiamo, perchè credo che se qualcosa costa fatica, tanto più vogliamo ottenerla.
Perlomeno io sono così, sono testarda, forse troppo.

Ho iniziato a montare a cavallo poco tempo fa, ho smesso di montare a cavallo tanto tempo fa.

Che significa ? .
Significa molto, significa che il mio amore per i cavalli, il mio amore per questi animali "dagli occhi parlanti" dura da una vita, più o meno da quando sono nata, perchè mio padre, fin da piccola, mi ha trasmesso l'enorme dono di amarli.
Lui aveva un cavallo, lui ha perso un cavallo e non ne ha voluto più sapere.
Io avevo un cavallo, io ho perso un cavallo e non ne ho voluto più sapere.
Ma forse qualcosa è cambiato.

A quattro anni si crede che il papà è l'eroe, è la persona più forte del mondo, la persona che ha sempre ragione.
La prima volta che ho visto la cavalla del mio papà non me la ricordo per niente, ma è stata molto presto.
Una lunga criniera folta, spesso piena di treccine che la mamma si divertiva a farle.
Io ci attaccavo in mezzo qualche fiocchetto rosso e quanto mi divertivo ! .
Era la nostra cavalla, la mia cavalla e nessuno me l'avrebbe portata via.
Perchè non poteva essercene ragione e non ce n'era.
Ma quel giorno è arrivato.
Io, non riuscivo a concepirlo, ho odiato mio padre, ma mai ho pianto davanti a lui.
Ero grande dentro, ero grande nel profondo.
Non lo vedevo soffrire, ma sapevo che soffriva molto.
Il mio cavallo stava male e presto sarebbe morto.
Mi chiedevo perchè non voleva che morisse in casa, ma l'avesse venduto.
Non capivo perchè e per me non esisteva neppure.

Il pensiero che può morire una persona a cui tieni, per un attimo non ti permette di respirare, cerchi di sviare via dal discorso, cerchi di farlo decadere.
Ma spesso non ce la fai.
Lei non era una persona, era il mio animale.
Il mio compagno di giochi, perchè lei sì, lei giocava con me.
Era speciale.
Un giorno io e mio padre, poco dopo "l'abbandono" siamo andati a trovarla, ci siamo avvicinati per accarezzarla e lei non ci ha riconosciuto.
Ci siamo avvicinati e lei andava sempre più indietro.
Forse l'abbiamo così delusa, che per poter morire tranquilla ha bruciato i ricordi con noi.
Ha fatto bene, anche se io in quel momento ho vissuto un grande trauma,
ho in mente tutto e mai lo scorderò.

Ho immaginato un cimitero per cavalli, pieno di fiori in un campo enorme kilometri, dove tutte le loro anime avrebbero potuto continuare a galoppare per ettari ed ettari.
Immaginavo che l'avrei rincontrata quella cavalla, la mia cavallina dolce.
E immagino tutt'ora che la rincontrerò, magari nei sogni mi apparirà e guardando i suoi occhi capirò che non si è mai dimenticata di noi, di me che l'amavo e che grazie a lei ho capito che vivrò la mia vita con il vento contro il viso, con due anime in una sola, con due occhi contro due occhi, in groppa ad un cavallo.